COMPENDIO di MALATTIE dell’APPARATO DIGERENTE
Cap. 16. Pancreatiti acute e croniche
PANCREATITI ACUTA E CRONICA (Cap. 16)
PANCREATITE ACUTA
Flogosi acuta del pancreas e dei tessuti peripancreatici, con lesioni che vanno dal semplice edema interstiziale alla necrosi parenchimale.
Clinica: dolore addominale + manifestazioni cliniche a seconda del danno anatomico e delle complicazioni locali e sistemiche. Spesso guarigione con restitutio ad integrum. Dopo forma necrotizzante esiti anatomici e funzionali.
Epidemiologia e fattori di rischio.
Età = 40-50 anni. Maschi:femmine 2:1; pancreatite acuta di origine biliare predilige sesso femminile. Incidenza (n° di nuovi casi/abitanti/anno) in Italia è 5–6/100.000/anno; Stati Uniti è 10/100.000/anno.
Fattori di rischio:
- Malattie biliari: litiasi colecisti, infezioni colecisti;
- Alcolismo cronico;
- Interventi chirurgico (stomaco, vie biliari, pancreas);
- Traumi addominali;
- CPRE, anche manometria sfintere di Oddi;
- Sfinterotomia endoscopica;
- Iperlipidemia (tipo IV, V, I secondo Frederickson*);
- Ostruzioni complete o parziali del deflusso pancreatico: tumori ampollari o metastatici, odditi, papilliti, parassiti, stenosi duodenali, sindrome dell’ansa afferente;
- Farmaci: steroidi, estrogeni, tiazidici, furosemide, azatioprina, acido valproico, fenformina, salicilati);
- Iperparatiroidismo ed altre ipercalcemie (iatrogene, paraneoplastiche);
- Gravidanza;
- Tossici (veleno di scoprpione, pesticidi, anticolinesterasici);
- Virus (parotite, coxackie, echo, epatite);
- Batteri: Mycoplasma pneumoniae, sepsi da Salmonella, da streptococchi);
- Insufficienza renale (dialisi);
- Connettivopatie ed allergie;
- Vasculopatie (aterosclerosi, ipertensione maligna);
- Trapianto renale e pancreatico;
- Chetoacidosi diabetica;
- Fattori neurologici vegetativi.
Nella maggior parte dei casi la malattia è provocata da litiasi biliare. Altri eventi scatenanti sono CPRE e traumi addominali e manovre chirurgiche. Altre condizioni (abuso di alcol, dislipidemia, alterazioni congenite come pancreas divisum) sono da considerare cause predisponenti.
*Nota: iperlipidemie secondo Frederickson:
Tipo I            Chilomicroni                   +             Trigliceridi
Tipo IIa             LDL                             +             Colesterolo
Tipo IIb         LDL + VLDL       +       Colesterolo + trigliceridi
Tipo III           Remnants         +       Trigliceridi + colesterolo
Tipo IVÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â VLDLÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â +Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Trigliceridi
Tipo V    VLDL + Chilomicroni   +       Trigliceridi + colesterolo
Anatomia patologica della pancreatite.
2 tipi:
- edematoso semplice (interstiziale)
- necrotico-emorragica.
Spesso necrosi + raccolte fluide peripancreatiche con cenci di tessuto necrotico, sangue, succo pancreatico, trasudato
+ sovrainfezioni batteriche in seconda-terza settimana di malattia = germi del lume intestinale (Escherichia Coli, Pseudomonas Aeruginosa, anaerobi, Proteus, Streptococcus fecalis, Klebsiella, miceti).
Fisiopatologia.
Edema è risposta del tessuto pancreatico all’agente lesivo; la forma necrotico-emorragica è autodigestione per attivazione intrapancreatica dei proenzimi.
Attivazione della tripsina = evento iniziale che può avvenire per danno delle membrane lipoproteiche e contatto del tripsinogeno con enzimi lisosomiali.
Agenti lesivi per membrane cellulari sono:
- costituenti della bile (nella forma biliare)
- accumulo endocellulare di lipidi (trigliceridi, esteri del colesterolo) e dello stesso etanolo e suoi metaboliti nella forma alcolica
- esotossine ed endotossine o fattori ischemici o fattori meccanici in pancreatiti da altre cause.
Migrazione di calcoli o concrezioni biliari + incuneamento o spasmo sfintere di Oddi > reflusso biliare nei dotti pancreatici > lesioni epitelio dei dotti > penetrazione in interstizio di bile.
Alcol: arriva al pancreas per via sistemica, escreto in elevate concentrazioni nel succo pancreatico, metabolizzato in loco e dà aumento di tono all’Oddi con reflusso biliare sequenziale + azione indiretta = metabolismo lipidico alterato, secrezione enzimatica pancreatica indotta e riduzione dei livelli di inibitori endogeni delle proteasi.
Sequenza dell’attivazione a cascata degli enzimi pancreatici e plasmatici:
tripsinogeno > alterazione membrane lipoproteiche >
tripsina (per solito neutralizzata da PSTI = inibitore secretorio della tripsina, perifericamente dalla alfa–1-antitripsina e dalla alfa–2-macroglobulina che la porta al sistema reticolo endoteliale di fegato, milza, midollo e linfoghiandole)
- se liberata in quantità elevata > insieme ad altri proenzimi
- dà 1) colipasi 2) elastasi 3) fosfolipasi A2 4) xantinodeidrogenasi 5) callicreina 6) C3a 7) C5a 8) fattore XIIa
- e con i chininogeni dà le chinine.
Evoluzione della malattia.
Pancreatite acuta si risolve in 7-15 giorni.
Lesione è edematosa + steato-necrosi a focolai. Necrosi delle cellule acinose no.
Se evento necrotizzante più massiccio > malattia con impegno multiorgano.
Dai focolai necrotici e da raccolte fluide i prodotti tossici (enzimi attivati + mediatori della flogosi citochine) > vanno in circolo. Proteasi possono attivare i fattori della coagulazione e della fibrinolisi > sindromi discoagulative > CID.
Prostaglandine, istamina, sostanze vasoattive, peptidi (myocardial depressant factor) possono aggravare l’insufficienza multiorgano.
Se le raccolte peripancreatiche si sono infettate può aversi shock settico.
Cause di morte: insufficienza cardiaca, renale, respiratoria, + sepsi.
Presentazione clinica.
Quadro clinico non complicato = dolore progressivo sino ad un massimo di intensità che si mantiene tale per ore o giorni; sede epigastrica e periombelicale con irradiazione agli ipocondri (a barra) e posteriormente al dorso ed ai fianchi a cintura. Dolore è trafittivo, continuo, poco sensibile ad antispastici. Posizione antalgica è quella seduta con le ginocchia flesse. Si associano nausea, vomito, distensione addominale espressione di ridotta motilità e di peritonite chimica.
Patogenesi del dolore:
- distensione capsula pancreatica
- irritazione delle terminazione nervose simpatiche intraparenchimali
- infiltrazione del plesso celiaco da essudato con enzimi attivati
- distensione anche dei dotti pancreatici e del coledoco
- peritonite chimica.
Sono presenti anche tachicardia e modico rialzo febbrile.
Complicazioni sistemiche.
Complicazioni: distretto interessato e descrizione | Manifestazioni cliniche |
Cardiovascolari | Ipotensione |
Ipovolemia | Shock |
Insufficienza cardiaca | |
Polmonari | Insufficienza respiratoria |
Versamento pleurico | ards (adult distress respiratory syndrome) |
Atelectasie | |
Infettive | Polmonite settica |
Renali | Oliguria |
Alterazione perfusione | Insufficienza renale |
Necrosi tubulare acuta | |
Sindromi neuropsichiatriche | Encefalopatia |
Metaboliche | Chetoacidosi |
Iperglicemia | irritazione neuromuscolare |
Ipocalcemia | Tetania |
Acidosi | Iperventilazione – respiro Kusmaul |
Ematologiche | Discoagulopatia – CID |
Gastrointestinali: | insufficienza epatica |
Gastriti erosive | Ematemesi, melena |
Cutanee : necrosi lipidica | noduli eritematosi |
Complicazioni locali.
- Formazioni di cavità cistiche senza parete epiteliale circoscritte da una pseudoparete infiammatoria (pseudocisti pancreatiche)
- Ascite pancreatica per comunicazione tra sistema duttale e cavità peritoneale o per rottura di pseudocisti in peritoneo
- ittero ostruttivo per compressione flogistica del coledoco intrapancreatico.
Esame clinico.
- dolorabilità epigastrio e ipocondrio dx fino a iperalgesia e contrattura muscolare
- subittero o ittero franco
- movimento febbrile non elevato
- tachicardia e shock
- massa epigastrica = pseudocisti
- versamento pleurico (emitorace sx)
Indici di gravità .
Età > 55 aa nella pancreatite da alcol; età superiore a 70 nella pancreatite biliare;
GB > 16.000
LDH > 400 UI/L
Glic > 200 mg%
ALT > 250 UF
Criteri della Conferenza di Atlanta del 1992
Definizioni:
- Pancreatite acuta: processo infiammatorio acuto a carico del pancreas, con variabile coinvolgimento dei tessuti peri-pancreatici e/o di organi a distanza.
- Pancreatite acuta lieve: decorso clinico favorevole, non insufficienza di organo né complicanze locali: edema interstiziale e raramente focolai di necrosi microscopica + steato-necrosi peripancreatica; raramente progredisce in forma severa.
- Pancreatite acuta severa: si associa a insufficienza di organo e/o complicanze locali quali necrosi, ascesso e pseudocisti. E’ di tipo necrotizzante e richiede spesso terapia intensiva.
Laboratorio.
Pacreatite acuta > aumento amilasi sierica pari o superiore a 5 volte i valori normali: dosaggio amilasi e lipasi.
Altri indici alterati: VES, conta bianchi, glicemia: iperglicemia per squilibrio tra rilascio di insulina e glucagone.
Aumento bilirubina totale, delle transaminasi, della gamma-GT, della fosf-alc (nella pancretite biliare).
LDH e proteina C reattiva (PCR) sono segni generici di flogosi (PCR = indice di necrosi).
Ipocalcemia c’è in corso di pancreatite acuta grave: per calo dell’albumina circolante, non per alterazione della secrezione del paratormone o della calcitonina né a deposizione di Ca++ nei focolai di necrosi (saponificazione).
Ipertrigliceridemia nel 25% dei casi = preesistente difetto congenito del metabolismo lipidico + condizione di eccessivo introito cronico di alcol.
Diagnosi strumentale.
Rx diretta addome > rileva segni di ileo paralitico nel 30-60% dei pazienti.
Rx torace evidenzia eventuali complicanze pleuriche o polmonari.
Ecotomografia e TAC sono essenziali per diagnosi: Eco è primo approccio e può evidenziare:
- etiologia biliare della pancreatite: calcoli o fango biliare nella colecisti o nel coledoco; nel coledoco terminale è meglio indagare con colangio-RMN e con CPRE se intenti terapeutici;
- ingrandimento pancreas + diminuita ecogenicità = forma edematosa;
- ecogenicità irregolare e pancreas a limiti poco definiti = pancreatite necrotizzante;
- evidenzia raccolte fluide peripancreatiche;
- evidenzia l’organizzazione delle raccolte in cavità pseudocistiche.
TAC con mezzo di contrasto è la tecnica di immagine più affidabile per pancreatite: dà informazioni su aumento di dimensioni, locale o diffuso, del pancreas, su presenza di disomogeneità parenchimali, su aree di necrosi pancreatica e su raccolte fluide peri e para pancreatiche.
Terapia medica.
4 obiettivi principali:
- sedare il dolore
- bloccare l’azione degli enzimi pancreatici e dei mediatori dell’infiammazione;
- rimpiazzare perdite caloriche ed elettrolitiche;
- prevenire e trattare le complicanze locali e sistemiche.
- Trattamento del dolore: analgesici (meperidina 100 mg ogni 3-6 ore im e pentazocina 30 mg ogni 4-6 ore im). Evitare i farmaci oppiacei per effetti spasmizzanti a livello dell’Oddi. Antispastici aiutano ma possono aggravare ileo paralitico, specie nelle forme biliari. Aspirazione naso-gastrica > azione decompressiva aiuta a sedare il dolore.
- Misure contro autodigestione enzimatica: porre a riposo il pancreas: digiuno assoluto, aspirazione nasogastrica che elimina il secreto acido, somministrazione di inibitori di pompa protonica (o H2 bloccanti) ev, somministrazione di somatostatina (250 microgr/24h per infusione) o octeotride (0,1-0,2 mg 3 volte al dì sc) per inibire secrezione pancreatica, infusione di farmaci ad azione antiproteasica (gabesato mesilato 1-3 g/24h per infusione continua).
- Reintegrazione calorica ed elettrolitica: NPT nelle forme gravi di malattia (Total Parenteral Nutrition). Oppure semplice apporto parenterale calorico ed idroelettrolitico, con somministrazione di soluzioni lipidiche, bilanciate e glucosate per un totale di circa 1.200-1.500 calorie/die.
- Trattamento medico delle complicanze: reintegrazione idro-elettrolitica per trattare ipotensione con aggiunta di albumina, plasma e sangue intero. Per pO2 arteriosa < 60mmHg attuare O2 terapia + ventilazione assistita. Digitale o dopamina per cinesi cardiaca. Diuresi non deve scendere sotto 30ml/ora > reintegrare i fluidi + diuretici (tiazidici) furosemide o acido etacrinico 5-10 mg/Kg e mannitolo al 20% 250 ml in bolo). Emodialisi. Per emorragie gastrointestinali > farmaci inibitori di pompa protonica (o H2 antagonosti come ranitidina 50 mg ev ogni 4 ore). Sepsi > antibiogramma > antibiotico adatto in grado di penetrare tessuto e secreto pancreatico.
Terapia chirurgica.
Se insufficienza multiorgano che non risponde a terapia intensiva dopo 24-48 ore, comparsa di sepsi e complicazioni locali irreversibili.
Se calcoli coledocici > CPRE e sfinterotomia perendoscopica.
Chirurgia della necrosi pancreatica e delle raccolte è conservativa: posizionamento di drenaggi per perfusione/detersione, posizionati sulla faccia anteriore e posteriore del pancreas e nelle porzioni più declivi retroperitoneali.
Conseguenze della PA (Pancreatite Acuta):
acuta edematosa: guarisce sempre con completa restitutio ad integrum;
forma necrotizzante può dare esiti: stenosi duttali e insufficienza esocrina ed endocrina; esiti modesti in genere reversibili.
Le stenosi duttali possono dare pancreatiti ostruttive con tendenza a cronicizzare.
PANCREATITE CRONICA (PC)
Definizione.
La pancreatite cronica è un processo infiammatorio cronico che coinvolge il sistema duttale pancreatico (piccoli, medi e grandi dotti) e poi impegna il settore acinoso e quello endocrino del pancreas.
Clinica: dolore addominale recidivante, progressivo calo ponderale, diabete mellito insulinodipendente, maldigestione e steatorrea.
Recente classificazione della scuola di Verona:
- primitiva, a etiologia sconosciuta e patogenesi immunitaria;
- secondaria od ostruttiva: ostruzione del dotto Wirsung;
- ereditaria;
- fibrosi pancreatica; non forma infiammatoria;
- litiasi pancreatica.
La forma secondaria può seguire:
- malattie dello sfintere di Oddi (infiammatorie o neoplastiche);
- stenosi del dotto pancreatico (pseudocisti, malformazioni congenite, neoplasie);
- alterazioni della parete duodenale: distrofia cistica, malformazione congenita.
La fibrosi pancreatica-non calcifica origina da:
- abuso alcolico cronico;
- dieta ipoproteica o malnutrizione cronica.
La litiasi pancreatica calcifica è dell’età avanzata.
Epidemiologia e fattori di rischio.
Si riferiscono alla pancreatite cronica primitiva: esordisce alla 3°-4°decade, colpisce sesso maschile 3:1. Incidenza è 8-10 nuovi casi/anno/100.000 ed è in costante aumento specie nei Paesi Occidentali. Fattori di rischio: alcol + fumo sigaretta.
La forma ereditaria > giovane età prima decade, uguale distribuzione tra i sessi, non fattori di rischio noti e presenza di malattia in almeno 2 membri stessa famiglia.
Patogenesi ed anatomia patologica.
A) La forma primitiva inizierebbe per alterazioni qualitative-quantitative della litostatina LS-S (proteina stabilizzante il calcio, presente nel succo pancreatico). Precipitazione di materiale fibrillare proteico insolubile all’interno dei dotti. Su questa matrice proteica (plug) si deposita poi Ca++ per insufficiente concentrazione di LS-S per deficit genetico o per tossici. Plugs proteici + calcoli neoformati > alterazioni a carico della parete dei dotti > risposta infiammatoria periduttale con fibrosi stenosante. I dutti dilatati a monte della stenosi e la stasi della secrezione pancreatica favoriscono atrofia delle cellule acinari. Parenchima pancreatico > fibrosi.
Alcol > formazione plugs > aumento enzimi nel succo pancreatico con aumento viscosità + diminuzione inibitori enzimatici + aumenta tripsina attiva intraduttale + alterazione pH per riduzione secrezione bicarbonati + azione tossica di acetaldeide su cellule acinose pancreatiche.
B) La pancreatite cronica secondaria od ostruttiva segue ad ostruzione benigna o maligna delle grandi strutture canalari del pancreas. Processi flogistici o neoplastici della regione Vateriana o cicatrici duttali per precedente pancreatite. Ostruzione deve essere rimossa chirurgicamente o endoscopicamente, altrimenti atrofia acinare irreversibile.
Litiasi pancreatica in età avanzata + iperparatiroidismo con ipercalcemia.
Presentazione clinica ed evoluzione della pancreatite cronica.
2 tappe principali: fase precoce e fase tardiva.
La prima fase in 5 anni: frequenti recidive dolorose e complicanze = cisti, pseudocisti, ittero meccanico, stenosi duodenale. Quadro delle riacutizzazioni = pancreatite acuta. Se si assumono alcol e grassi > dolore persistente e profondo.
Seconda fase a distanza di circa 10 anni da esordio clinico = riduzione spontanea delle crisi dolorose e comparsa di segni di insufficienza esocrina ed endocrina. Maldigestione + steatorrea quando la fibrosi ha interessato gran parte della ghiandola con riduzione dell’80% della secrezione. In fase tardiva deficit vitamine liposolubili + diabete insulinodipendente.
Obiettività .
In fase iniziale: epigastrio dolorabile + resistenza parete addominale, ma non segni di peritonismo. Talora massa epigastrica. Timpanismo + indebolimento peristalsi. Ittero o subittero, versamento pleurico sx, modica febbre.
Nella fase tardiva > maldigestione, dimagramento, diarrea, steatorrea + segni sistemici di malassorbimento.
Complicanze ed associazioni.
Cisti e pseudocisti pancreatiche. Ostruzioni biliari per stenosi coledoco intrapancreatico. Emorragie gastroduodenali per ipertensione portale distrettuale + rottura arteria gastroduodenale + ulcera peptica sanguinante.
Patologie concomitanti = ulcera peptica per ridotto tamponamento alcalino da parte del secreto pancreatico, cirrosi epatica per consumo di alcol, colelitiasi.
Associazione a patologie autoimmuni = colangite sclerosante, cbp, ibd (RCU, Crohn), Sjogren. Segue adenocarcinoma pancreatico.
Laboratorio.
In fase acuta = aumento amilasi, lipasi, elastasi, tripsina, bilirubina, falc, gammaGT, transaminasi, glicemia basale.
In fase avanzata di malattia utile eseguire curva da carico di glucosio, test al glucagone e test di tolleranza all’insulina per decidere terapia anti-diabetica: antidiabetici orali o insulina.
Dosaggio markers tumorali utile in fase avanzata di malattia: Ca19-9 (vn < 37U/L).
Valutare funzione esocrina = analisi quantitativa dei grassi eliminati con feci: non oltre 7 gr, oppure escrezione di chimotripsina (vn > 6U/die) ed elastasi (vn = tra 200 e 500 microgr/gr di feci). PABA test = indice funzionalità pancreatica.
Capacità massima secretoria pancreatica si valuta misurando secrezione di enzimi (lipasi, tripsina, chimotripsina) + bicarbonati nell’aspirato duodenale raccolto durante stimolazione continua con secretina (0,5U /Kg/ora) per via venosa continua.
Radiologia.
Rx diretta dell’addome > calcificazioni pancreatiche.
Ecotomografia, TAC e RMNÂ . Ecostruttura disomogenea, dilatazione Wirsung, calcificazioni e cisti > sono diagnostiche. Aspirazione contenuto cisti e pseudocisti e bx masse pancreatiche sotto guida ecografica.
TAC dà informazioni più dettagliate rispetto ecografia. RMN, specie la colangio-RMN.
La CPRE (colangio-pancreato-wirsung-grafia retrograda per via endoscopica) è gold standard diagnostico: sensibilità 90%, specificità 80%. Va programmata anche con finalità terapeutiche. Alterazione profili duttali, dilatazione non uniforme del Wirsung, aspetto a corona di rosario, difetti di rempimento cioè calcoli, distorsione o dilatazione delle vie secondarie, formazioni cistiche comunicanti con sistema duttale. Se forma ostruttiva > Wirsung uniformemente dilatato a monte dell’ostacolo e calcoli.
Inoltre ultrasonografia perendoscopica > alto potere risolutivo, sprecie per lesioni cefaliche.
Terapia medica.
Nella recidiva in atto della pancreatite cronica si attua la stessa terapia della pancreatite acuta.
Prevenzione delle recidive e trattamento della insufficienza esocrina sono obiettivi specifici della pancreatite cronica.
- sospensione introito etilico e tabagico + estratti pancreatici ad alte dosi; se fallimento, allora occorre l’intervento chirurgico;
- dieta: 3-4 pasti regolari cibi digeribili durante le fasi di quiescenza.
Trattamento dell’insufficienza esocrina ed endocrina.
Somministrazione ai pasti di preparati con enzimi pancreatici (30.000 unità lipasiche a pasto). Se non correzione della steatorrea, a causa del pH duodenale post-prandiale acido e quindi conseguente inattivazione dei preparati non gastroprotetti, si possono usare anche inibitori di pompa protonica o H2 antagonisti.
Per insufficienza endocrina dieta ipoglicidica e antidiabetici orali. Fasi tardive > trattamento insulinico: è diabete non chetoacidosico e possono aversi episodi ipoglicidici per incostante assorbimento degli alimenti.
Dieta.
Se perdita fecale di grassi superiore a 40gr/24h frazionare assunzione di cibo a 4-5 pasti + ridurre apporto lipidico a 80 gr/die.
Trattamento enzimatico + inibitori di pompa (o H2antagonisti) + se occorre usare trigliceridi a catena media (MCT) che non necessitano di digestione lipasica e assorbiti per via portale, ma scarsa palatabilità .
Â
Terapia endoscopica.
Sfinterotomia endoscopica per stenosi papillare.
Se calcoli > litotripsia extracorporea oppure perendoscopica poiché le concrezioni pancreatiche sono molto fragili. Protesi nel Wirsung si sono rivelate risolutive, e non solo limitate a interventi palliativi per tumori ampollari e/o della testa del pancreas.
Terapia chirurgica.
In caso di complicazioni: cisti, impegno coledoco o fistole + dolore che non risponde a terapia medica.
Anastomosi tra dotto di Wirsung e un’ansa intestinale (pancreato-digiuno-anastomosi).
Intervento demolitivo (duodeno-cefalo-pancresectomia) nelle forme infiammatorie della testa del pancreas o per distrofia cistica della parete duodenale.